Come scrivere Horror (e vivere infelici) – Parte 12

L’undicesima parte la trovate qui

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Destreggiarsi con i sottogeneri.
Parte I: SLASHER

Ogni volta che qualcuno mi dice che non gli piace l’horror mi trovo a rispondere: “Ma tutto? Nella fattispecie quale sottogenere?”
Al che il più delle volte la gente casca dalle nuvole.
Comunque, non è detto che se volete scrivere horror dovrete abbracciare tutti i sottogeneri: se i serial killer proprio non li digerite e volete provare con i fantasmi, beh nulla di male! L’essenziale è che crediate fermamente in quello che fate, ma anche se siete intrippati di brutto con un certo sottogenere… non vuol dire che sappiate valutarne pro, contro, punti di forza e debolezza. Se conoscete a memoria “L’Esorcista”, temo che per scrivere una buona storia di possessioni non sia sufficiente, anzi, rischiate di cadere nel citazionismo o nell’ignorare l’evoluzione che un certo sottogenere ha avuto fino ad oggi.
Da oggi, fino alla fine di questa rubrica, analizzeremo i sottogeneri principali.

SLASHER:
Il Gore e lo Splatter sono l’apollineo e il dionisiaco dell’horror. Il Gore è lo schifo, la massa di frattaglie e atrocità da pugno nello stomaco: vi deve turbare, vi deve lasciare dentro un senso di sporco, come “Non aprite quella porta”, film che incarna alla perfezione il concetto di gore, fra putredini, violenze crude e realistiche. Lo Splatter è ironico, dissacrante, la sua violenza fa certamente schifo, ma è goliardica. Immaginatevi Paperino che viene sventrato da Zio Paperone per essere fatto arrosto in un’orgia di cannibali pennuti. Lo Splatter vi sbatte in faccia con la sua violenza grottesca, surreale e quasi comica quanto è idiota l’ipocrisia del perbenismo bigotto. Che voi scegliate la strada dell’ironia splatterosa o del gore più cupo, se volete scrivere uno Slasher, beh, tenete conto di un paio di cose.
1) Non siamo negli anni ’80. Non ha senso imitare stereotipi di 20 anni fa perché è fico. Quindi, i personaggi macchiettistici, i dialoghi a effetto uno dietro l’altro non rendono migliore il vostro testo solo perché quando avevate 15 anni negli horror le cose funzionavano così. Negli Slasher moderni il più delle volte i personaggi sono pupazzi pronti a essere immolati al serial killer di turno: sono antipatici nel loro ostentare comportamenti caricati al massimo e sono fastidiosi nella loro monodimensionalità. Quando Jenny la confondo con Rhonda è un brutto segno: perché anche se Jenny e Rhonda magari sono gemelle, ecco, i loro caratteri dovrebbero essere comunque distinguibili. Volete ottenere il massimo del risultato in uno Slasher? Create personaggi tridimensionali!
2) “Caccaculo!” Ho la vostra attenzione? Ehi, ho detto: “Caccaculo!” Non vi impressiona? Vuol dire che c’è qualcosa che non va nel mio essere volgare. La volgarità va ostentata ma con naturalezza. Che intendo dire? Il vostro Slasher non otterrà mai attenzione se gettate vagoni di volgarità da barzelletta sconcia. Il turpiloquio è un’arte, che è fatta di pause e doppi sensi. C’è il momento per andarci pesanti e c’è quello per far sedimentare la volgarità che avete espresso. Scrivete Slasher per una personale perversione? Morite dalla voglia di infarcire la vostra opera di battutacce sessose e disgustose solo perché pensate che in questo genere funzioni così? No, sbagliate, esattamente come sbagliereste annegando la vostra pizza di mozzarella per nascondere il lembo bruciato.
3) Se il vostro fine è solo far morire male un nugolo di personaggi, ahimè il vostro Slasher sarà noioso, lo intuisco da qui. Non vi dico di parlare dei massimi sistemi, ma abbiate in mente un sottotesto. “L’ultima casa sulla sinistra” venne proiettato nei campus per far vedere gli effetti delle droghe sui giovani e dissuaderne dal loro uso, per esempio. “Morte con carne” è un romanzo che si pone interrogativi sul problema dell’immigrazione clandestina in Messico. Lansdale ha scritto magnifici Slasher contro il razzismo, i bigotti, senza però essere pedante.
4) Il bodycount in uno Slasher è fondamentale. Dovete avere dei personaggi da ammazzare e un paio che magari dovrete far sopravvivere, o magari farne arrivare alla salvezza uno solo. Se create delle macchiette caratterizzate solo dalla coreografia in cui muoiono state scrivendo un porno e non un horror. Vi piacciono le trame dei porno? Sì, sono simpatiche, ma la classica situazione del ragazzo delle pizze che capita in un’orgia non ricordo da chi fu inventata. L’abbiamo vista tante volte quella scenetta, fino alla nausea: tenetelo a mente, il vostro Slasher senza caratterizzazioni a tutto tondo e personaggi credibili sarà solo un altro film porno con ragazzi delle pizze.
5) Il serial killer deve avere una motivazione lucida anche nella sua follia. Se in un thriller il teorema “uccido perché sono pazzo” non funziona, nello Slasher è più tollerato, ma ricordatevi che Freddy Krueger era incazzato con chi lo aveva bruciato vivo e Jason ce l’aveva a morte con gli adolescenti perché bullizzato da piccolo. Se Pinco Pallino uccide solo perché è pazzo… ehm, ricordate il ragazzo delle pizze?
6) Il peggio succede sempre alla fine. Prendiamo a “Serbian Film”: la scena del neonato accade a tre quarti del film. Quando arrivo alla sconvolgente scena finale a quattro quarti del film non mi impressiona più di tanto, perché la cartuccia più “pesante” è stata sparata prima.

Nel prossimo episodio parleremo di Body Horror e possessioni, preparate crocifissi e sacchetti per il vomito!

 

Per chi non lo sapesse, la roba che realizzo la trovate in un fottio di stores, tipo questi:
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Kindle: https://www.amazon.it/Satyros-Collana-ESCriver…/…/B073CBDCPT
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Storytel: https://www.storytel.com/it/it/authors/91741-Giorgio-Borroni
FUMETTI di Astromica:
DEAD AND ALIVE https://astromica.com/series/12
UNA NOTTATACCIA PER LEMMY BLACK https://astromica.com/series/64
ORRORE D’AUTUNNO https://astromica.com/series/50

Giorgio Borroni (1977), dopo la laurea in Lettere presso l’Università di Pisa e il diploma in Fumetto conseguito presso la Scuola Internazionale di Comics di Firenze, ha curato e tradotto le edizioni di Frankenstein di Mary Shelley per Feltrinelli e di Dracula di Bram Stoker per Barbera. Ha inoltre tradotto La Lettera Scarlatta di Hawthorne per Liberamente e Io morirò domani, un thriller di Dawood Ali McCallumedito da Giunti. Sempre per Liberamente ha pubblicato un manuale di Letteratura Italiana per studenti. Da sempre appassionato di fumetti, ha collaborato con BD e J-pop per la traduzione di graphic novel come Parker di Darvyn Cooke, Body Bags di Jason Pearson, Battlechasers di Joe Madureira e della serie manga The legend of Zelda, Warcraft, Starcraft. Da sceneggiatore di fumetti collabora con Astromica che pubblica a episodi tre fumetti tratti da suoi testi: Dead and Alive, Orrore d’Autunno e Una nottataccia per Lemmy Black. Come docente ha insegnato “traduzione del fumetto” in un master universitario di II livello a Pisa, ha tenuto un workshop per la Scuola Fenysia di Firenze sulla letteratura horror e ha insegnato materie letterarie ai bambini e ai detenuti del carcere di Sollicciano. Due suoi racconti brevi figurano sulle antologie horror La serra trema volume 1 e 2. Dal 2015 a oggi ha prodotto alcuni audiolibri tratti da suoi racconti di varia durata in mp3, con all’interpretazione dell’attore e doppiatore Edoardo Camponeschi (Midnight Club, Orrore d’Autunno, Hello Darkness, Zombie Mutation). Framax Audiolibri ha realizzato la versione audio di Satyros, un suo romanzo breve originariamente commissionatogli dalla Community Escrivere.com. Come illustratore realizza con tecnica digitale opere fantasy, horror e di fantascienza che compaiono in numerose copertine di Anonima GDR webzine e sul volume 1 della nuova edizione della antologia digitale Altrisogni, edita da Dbooks. Una sua illustrazione compare nel manuale del gioco di ruolo Charme. La sua ultima pubblicazione, sempre per Framax, è una traduzione con raccolta di saggi del Reanimator di Lovecraft.

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