E tutto divenne luna – Georgi Gospodinov

Georgi Gospodinov è tra i più apprezzati autori contemporanei. A pubblicarlo in Italia è la Voland, meritevole editore romano che dell’autore bulgaro ha pubblicato tutte le sue opere.
Quella che segue è una recensione al suo ultimo lavoro, la raccolta di racconti E tutto divenne luna 
Ringraziamo Modulazioni temporali di Marianna Zito per averci concesso di pubblicare la recensione.

 

 

Voland manda in libreria uno dei libri più attesi di questo fine anno 2018, la nuova raccolta di racconti dello scrittore bulgaro Georgi Gospodinov, la seconda raccolta dopo …e altre storie. Una terza raccolta, disponibile in Patria, dal titolo Tutti i nostri corpi, è in attesa d’essere pubblicata anche in Italia.

“E tutto divenne luna” (Voland 2018, Collana Sirin, pp. 144, euro 16) è un agile volume composto da diciannove racconti, alcuni dei quali legati da un tema comune: l’Apocalisse. Il primo dei racconti (8 minuti e 19 secondi) è esplicito in tal senso: nei minuti e secondi del titolo (che sono i minuti in cui la luce dal Sole arriva sulla Terra) è racchiuso il tempo di lettura dello stesso racconto, nell’attesa di una apocalisse dovuta allo spegnersi del Sole. Il protagonista, un giovane che ha costruito la sua carriera come “valutatore di tramonti”, è invitato a giudicare l’ultimo tramonto sulla Terra. L’ultimo racconto, dal titolo eponimo, si sposta in un futuro prossimo in cui, un anziano, alla fine della propria vita, alla fine della vita della Terra, terrà un ultimo viaggio verso il cimitero sulla Luna. Tra il primo e l’ultimo racconto, assistiamo a storie di vita quotidiana dei personaggi di Gospodinov, individui in crisi con se stessi e col Mondo che sta per spegnersi. La penna dello scrittore bulgaro non cede mai alla stanchezza, la sua verve immaginifica resta attenta, riesce a evitare i cliché e le ripetizioni. Citiamo, a esempio, Do not disturb, la storia di una donna che, decisa a suicidarsi, ripensa alla sua scelta nel momento casuale in cui assiste in tv agli attacchi alle Torri Gemelle, guardando rapita le persone che, disperate, si buttano giù dalle finestre per non morire carbonizzate. Quelle immagini la fanno desistere, ma la scelta è rimandata di soli due anni. E Gospodinov ce lo racconta quasi en passant nelle poche righe finali. Le storie, dicevamo, sono minime, sono narrazioni di vite poco incisive che lottano contro quelli che sono i mali di tutti gli uomini: la solitudine, la malinconia, la memoria. Esplicativo, in questo senso, due racconti di “ricerche”: Davanti all’Hotel Bulgaria, la storia di un uomo che si ritrova, quarant’anni dopo, davanti ad un Hotel in cui aveva promesso a una ragazza finlandese conosciuta di in gioventù, durante il Festival internazionale della Gioventù nel 1968, di ritrovarsi. Ma davanti all’albergo troverà un uomo che gli donerà una lettera scritta dalla donna quasi dieci anni prima, in cui, malata terminale, si scuserà per la sua futura assenza. Anche in Cercare Carla a Lisbona, il nostro protagonista tornerà nella città in cui anni prima aveva avuto una storia d’amore con una giovane portoghese. Nel suo girovagare a caso nella città, spererà dapprima di ritrovare il suo amore perduto, per poi concludere che sì, meglio evitarlo, meglio non trovarlo e lasciare che il passato viva nel ricordo.

Georgi Gospodinov non delude le aspettative. La sua scrittura è inventiva e pacata. Il progredire delle situazioni viaggia tra l’assurdo e il poetico, nella triste consapevolezza di una vita il cui senso resta nascosto agli individui e al narratore stesso e la malinconia per questo nostro mondo morente.

Giovanni Canadè

Il pezzo originale lo trovate qui

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