I 700 anni di Dante – Diventare grandi con la Divina Commedia

E il senso nascosto, il perché delle mie lacrime, questo mi travolgeva nella lettura, la scoperta che quel libro nascondesse e al tempo stesso a me solo rivelasse il rumore delle mie lacrime, della mia fame di vita, come se Dante lo avesse scritto proprio per me quello smisurato poema, per me, Marco di Luciana e Vincenzo. Così puoi leggerlo giovanissimo lettore, e farlo risuonare in te quel canto fatto di tre cantiche fatte di cento canti, come se Dante nell’uscire dalla <<selva oscura>> della sua disperazione avesse pensato, a te e a nessun altro. Anche a sette secoli di distanza.”

Ricordo di averlo conosciuto nel maggio del 2019, Marco Martinelli. Passeggiavo in centro, a Matera, la luna era bellissima e potente su Palazzo Lanfranchi. Ricordo di aver raggiunto quel luogo per poter fotografare la luna da una prospettiva migliore, ma fui distratta dall’apertura del museo. Incuriosita mi avvicinai all’entrata e raggiunsi la sala interna, mi dissero della presentazione di un libro, giunta quasi al termine.

Seguii gli ultimi minuti di intervista dell’autore e della compagna: Marco Martinelli ed Ermanna Montanari. Il libro presentato era Nel nome di Dante. Diventare grandi con la Divina Commedia (Ponte alle Grazie, 2019). Presi una copia all’entrata, affascinata da come si raccontava di Dante e da come si interagiva con i partecipanti a quella che sarebbe stata una rappresentazione itinerante del Purgatorio nella Città dei Sassi, Matera.

Ricordo di aver chiacchierato alla fine della presentazione con Martinelli e Montanari, chiedendo di più sul loro percorso teatrale e sui nuovi metodi che sperimentavano da anni con la loro compagnia. Affascinata dalle due personalità conosciute, chiedo loro di scrivere un pensiero sul libro preso poco prima.

A distanza di due anni, ricordo con molto affetto l’incontro casuale e suggerisco la lettura del libro Nel nome di Dante. Diventare grandi con la Divina Commedia, per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

Nel nome di Dante. Diventare grandi con la Divina Commedia è un testo molto fitto, profondo, che crea un legame sensoriale tra il Due-Trecento e la nostra epoca, in un percorso originale e moderno. Martinelli racconta del poeta in un modo del tutto nuovo, in quella che è una piacevole rilettura del teatro della Commedia, iniziata nel 2017 con Inferno, continuando col debutto di Purgatorio (con la coproduzione di Ravenna Festival-Teatro Alighieri e Fondazione Matera-Basilicata 2019) fino al Paradiso nel 2021, in occasione dei sette secoli dalla morte di Dante.

“Nel mezzo del cammin di nostra vita”, settecento anni dopo

Tornando al testo di Martinelli, troviamo un racconto tenero sull’autore bambino/adolescente e il suo papà, che con metodi tutt’altro che soliti, insegnava e formava il giovane Marco alla storia, alla letteratura, al teatro con una dolcezza ed un’ironia davvero rare. L’autore si racconta in Nel nome di Dante creando un ponte tra un Dante ragazzo nella sua città, Firenze, in un periodo di conflitti, e un qualsiasi altro ragazzo di oggi, con altri conflitti e problematiche. Qui Martinelli ha cercato di mettere in luce i racconti del suo vissuto, la storia di Dante e della sua opera su un solo piano, per creare una consapevolezza più forte e più accessibile alla letteratura per i giovani di oggi: “diventare grandi con la Divina Commedia”.

Nel testo ci sono diversi riferimenti, dalla filosofia alla musica, dal cinema alla storia, si parte dai racconti della guerra alle date imparate a memoria di personaggi storici, fino, ovviamente, ai simpatici approfondimenti sui cantici dell’opera di Dante.

Insegnamenti, racconti e cantici, il tutto a cavallo di un grande amore per la letteratura, una grande dedizione per il teatro e un forte legame con quel ragazzino fiorentino che è divenuto il padre della nostra lingua, un padre che continua ad insegnarci, a sorprenderci e ad educarci anche dopo 700 anni dalla sua dipartita.

Purgatorio: la fusione tra opera e cittadini. Il progetto che ha dato nuova luce al teatro dantesco.

Il progetto creato dall’autore e realizzato con il Teatro delle Albe, diretto da Martinelli e Montanari, è stato un vero e proprio percorso che ha portato ogni cittadino ad essere e a sentirsi parte integrante dell’opera di Dante. L’idea primordiale del progetto è stata di voler costruire una nuova rappresentazione che mettesse a confronto anche il presente, affrontando ciò che accade nel contemporaneo. Prendendo come opera di riferimento la Divina Commedia, gli autori hanno scelto di seguire due tradizioni teatrali diverse, vale a dire le sacre manifestazioni medievali da un lato, e il teatro di massa russo del primo Novecento dall’altro. Tutto questo ha dato vita ad una nuova modalità di far teatro, di partecipare alle rappresentazioni, di rieducare alla lettura dei classici, e di attribuire anche, perché no, una funzione terapeutica del teatro.

Enza Fagnano

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