Le disavventure della virtù – Nuova traduzione per Justine

Sade torna il libreria, anche se a dire il vero non ha mai lasciato il suo posto negli scaffali italiani.

Il più pericoloso tra gli scrittori di tutti i tempi, il cantore della crudeltà fine a se stessa, il teorico, secondo alcuni studiosi, dei più che reali campi di concentramento nazisti e dei gulag, vive questa strana condizione d’essere il più temuto ma allo stesso tempo costantemente ristampato. 

Per anni, scrive nell’introduzione al volume l’editore Alessandro Manzetti, che pubblica con Independent Legions questo Justine o le disavventure della virtù, “sono state proposte per anni traduzioni in italiano incomplete, con arbitrari tagli rispetto ai testi originali, a causa dei contenuti espliciti di carattere sessuale e dei sofismi e filosofie antireligiose, naturiste e iper-materialiste”. Ad aggravare la situazione, anche il formato originale dei manoscritti sadiani, perlopiù quaderni ricchi di note e appunti e continui rimaneggiamenti.

Il Justine o le disavventure della virtù che Manzetti pubblica, in una edizione arricchita dalla copertina e dalle illustrazioni di Pierluigi Abbondanza, è basato sul manoscritto del 1787 ed è tradotto da Barbara Manzetti.

Si tratta di un testo molto diverso, nei contenuti, nell’approccio e nel tenore narrativo, rispetto alla seconda stesura, alla quale Sade ha lavorato, ormai libero, durante il 1788, apportando notevoli modifiche e ampliamenti al romanzo, realizzando dunque l’opera che è poi stata pubblicata, in tale forma rivista, nel 1791, quella che ancora oggi in Italia rappresenta l’edizione di riferimento comunemente nota e tradotta, a parte rare eccezioni, e così conosciuta da gran parte del lettori del nostro paese”, specifica Manzetti.

Per questa nuova e preziosa edizione, i curatori si sono affidati al lavoro di quello che viene considerato come il più grande studioso di Sade dei nostri giorni, Michel Delon, professore emerito di letteratura francese del XVIII° secolo alla Sorbona, esperto di letteratura libertina, che nel 2014 ha pubblicato il saggio Sade un athée en amour (Sade, un ateo in amore, Éditions Albin Michel).

Le differenze più nette rispetto alle successive versioni riguarda il tono del romanzo, che perde quasi del tutto le scene di cruda sessualità per concentrarsi sull’aspetto filosofico, caratteristica del romanzo sadiano (pensiamo a quel gioiello de La filosofia nel boudoir). Prima stesura di un romanzo exoterico per Michel Delon, “romanzo filosofico dark” per l’editore Manzetti.

Un romanzo imperdibile per gli studiosi italiani di Sade, per gli appassionati della letteratura libertina che vedrà, nel mese di ottobre, una nuova pubblicazione in questa collana Imaginarium, con una nuova traduzione de Le undicimila verghe di Guillaume Apollinaire, omaggio del grande poeta francese al Marchese Terribile.

 

Giovanni Canadè

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