Consigli di lettura per Pasqua

Ci sono periodi dell’anno che ci conducono – più o meno consapevolmente – a soffermarci su temi così umani e universali che rischiano di essere raccontati quando non con superficialità con una paura difficile da esorcizzare. La mia proposta di lettura vuole, quindi, essere un invito ad accogliere anche quelle parole che sottendono concetti ed esperienze dalle quali rifuggiamo continuamente: ignoranza, malattia, morte, carcere. Da tutte possiamo trovare attimi di ristoro quando a queste vi opponiamo la forza della libertà; in tutte però non sembriamo trovare salvezza eppure nella condivisione e nell’apertura all’altro possiamo scorgere quello che tutti noi aneliamo da sempre: la Luce, la Rinascita.

Lella Esposito

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“È spaventevole pensare a una persona senza libri… Soltanto grazie ai libri gli uomini e le donne riescono a emanciparsi da un’esistenza squallida. Vivere senza libri! Eppure, gran parte dell’umanità condivide un simile destino. In verità, è possibile classificare il prossimo in due specie – coloro che leggono e coloro che non leggono”.

Paul Collins, “Al paese dei libri”, Adelphi 2010

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“La malattia può essere una cosa buona, la malattia può segnare un cambiamento importante, e se la sai vivere, se la sai combattere, la malattia può segnare anche una rinascita. L’importante è cercare di non morire. Ma pure, evidentemente, anche la morte va presa come una cosa che può succedere. Quello che voglio dire è che solo se non hai paura di niente puoi sopravvivere a tutto”.

– Mattia Torre, “La linea verticale”, Baldini + Castoldi 2017

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“La strada, costeggiando le rocce, scalava faticosamente il primo pendio per inoltrarsi, poi, fra le montagne di Samaria, a occidente, lungo degli aridi roveti al di là dei quali, declinando verso il Giordano e trascinando verso sud la sua livella ardente, il deserto di Giudea bruciava e ribruciava l’antichissima cicatrice di una terra che, promessa com’era stata ad alcuni, non avrebbe mai saputo a chi consegnarsi”.

– José Saramago, “Il Vangelo secondo Gesù Cristo”, Feltrinelli 1991

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“Luci violente, sensazioni di freddo (qualunque fosse la stagione), volti segnati dall’angoscia. E spesso, un familiare (in genere una donna) della vittima assediato da telecamere e microfoni. E altrettanto spesso, la domanda: «È disposto a perdonare?» […] Un interrogativo imperioso che sembra esigere, necessariamente, una risposta negativa, la più brutale possibile. […] Il perdono, dunque, per affermarsi deve affrontare questa duplice fatica: liberarsi dalla paccottiglia che gli grava addosso ed esprimersi con i sentimenti, con le parole e con gli atti giusti”.

Dalla Prefazione di Luigi Manconi a “Il perdono responsabile” di Gherardo Colombo, Ponte Alle Grazie 2020

A cura di Lella Esposito

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