Cosmologia del Male – Introduzione a un non-romanzo invisibile

Premessa: tempo fa ci hanno inviato questo strano romanzo dal titolo Cosmologia del Male, firmato da Veronica Giuliani, sedicente storica delle Religioni e studiosa di Georges Bataille.
Il libro è stato pubblicato nella collana Danze Macabre della CatBooks Publishing e curato da Cristina Canovi e Alda Teodorani. Insomma, ci sono tutti i criteri per prendere sul serio questo strano libro, romanzo non-romanzo, memoir palesemente finto ma raccontato come un diario intimo personale.
Cosmologia del Male ci ha interessato ma, invece di parlarvene, abbiamo chiesto all’autrice di scriverci le motivazioni che l’hanno portata a pubblicare questo strano libro in cui tutto è morte.

ATTENZIONE: il romanzo è vietato ai minori di 18 anni.

Qui trovate il link da cui ordinarlo

Qui trovate un suo racconto inedito pubblicato su Biblon

Redazione

*

Tutto è nato dopo la lettura di un memoir di Andrea Pomella, L’uomo che trema, in cui si racconta la nascita e lo sviluppo della sua depressione e su come l’autore l’abbia affrontata. Lo stile pacato, analitico e sincero di Pomella mi ha dato quella spinta che cercavo da anni per scrivere il mio libro sulla depressione.

Ci pensavo da anni: la depressione, i tentativi di suicidio, le ansie, le crisi di panico, le ossessioni, le giornate tutte uguali nel pensarsi inutili, di troppo, sbagliati. Avevo necessità di scrivere. E l’ho fatto per anni, certo, in diari personali, in cronache scrupolose su ogni emozione e sentimento provato. Materiale per uso personale, nulla che potesse essere letto da un estraneo. 

Avevo letto molti romanzi sul tema di questa malattia, Il male oscuro di Giuseppe Berto su tutti, perché quello titolo è perfetto. Male oscuro. Sa esprimere la profondità e l’incertezza dell’esistenza malata. E poi, importante quanto la depressione, la sua relazione col padre. 

Annotiamo questi due punti: depressione e figura paterna. Intorno a questi due elementi prendeva forma la mia idea di romanzo. Ma era solo l’inizio.

Il primo incipit partiva proprio della morte di mio padre, dell’Evento Catastrofe che deflagrò nel 2017 (uno dei tanti eventi catastrofici esistenziali della mia vita). Poi quel capitolo è scivolato più in fondo e risolto in poche righe. Perché nel frattempo si stavano raccogliendo le idee, i libri che continuavo a leggere e che mi restavano impressi e non mi davano scampo (i romanzi di Philip Roth che raccontavano di padri biologici e letterari, la funzione della letteratura come maschera della propria vita, in un intricato labirinto tecnicamente esplosivo e profondo). 

Ancora: la lettura del Libro Tibetano dei Morti che mi ha seguito per almeno un paio d’anni, aiutandomi a inventare storie di anime in viaggio nei territori dell’aldilà, così diverso dal nostro immaginario cattolico cristiano, in quell’anno del pensiero magico in cui ero sicuro, conoscendone l’impossibilità, che mio padre fosse vivo, che il suo spirito fosse attaccato come ragnatela alle pareti di casa, come affermano gli spiritisti, o alle pareti del mio cervello, come ritenevo più probabile.

Si è poi aggiunta la costante rilettura di Georges Bataille, la sua produzione narrativa,  – così difficile da separare da quella saggistica – che mi ha dato un parziale della chiave narrativa per affrontare l’argomento del mio romanzo che ora stava spostandosi decisamente più in là dall’idea originaria di un semplice memoir. 

Per ultimo, ma presente fin dall’inizio, alla base di tutto, La circolazione del sangue di Tiziano Sclavi, un romanzo di rara cattiveria, autoironia, masochismo; un finto diario di un autore che scrive della propria morte (da morto) e che va in cerca del proprio assassino. L’indagine è tutto fuorché “classica”: invece che seguire i collegamenti della razionalità, l’indagine viaggia sull’onda dei ricordi, veri o falsi che siano, verosimili o contraddittori, surreali, onirici. Tutto è permesso in questo romanzo “psicanalitico”.
Tutto è permesso nel romanzo di Sclavi e nei capolavori di Bataille.

La psicanalisi. Ecco, io non sono interessato alla psicanalisi, alle interpretazioni psicologiche da manualistica, e nella mia visione dell’argomento non si può mai “guarire” dalla depressione, né tantomeno progettare una vita futura, declinata in afflati positivi e socialmente normativizzata. Non esistono strade da seguire, nella vita, nei progetti personali, nei rapporti interpersonali; l’unica linea alla quale siamo sottomessi è quella del Tempo, è la linea che prima o poi ci farà entrare nello stato di “morte organica”. E non si ferma qui: tutto muore (eh, vabbè, hai capito che scoperta!), morirà il Sole, la Terra, la nostra galassia (tra miliardi di anni, ad esempio,  avverrà uno scontro catastrofico della Via Lattea con Andromeda. Peccato che non ci sarà essere vivente a vedere lo spettacolo di luci che ne seguirà), moriranno le particelle elementari. 

L’Universo, questo orribile oggetto oscuro.

In questo riepilogo per sommi capi, vi ho appuntato i punti cardine ai quali guarda questo mio non-romanzo. 

Depressione, nichilismo cosmico, orrore ontologico, violenza gratuita, oscenità, Male, sesso esplicito e malato, psicotico e Impossibile. Ancora elementi da aggiungere a questo oggetto fisico o virtuale che av(r)ete davanti agli occhi.

Non mi sto giustificando, non voglio guidarvi mano nella mano in questo incubo: voglio solo avvertirvi di quello che troverete. Se ne iniziate la lettura, sarà difficile portarla a compimento (un po’ come per i romanzi di Sade, ma senza che voglia paragonarmi a lui, sia chiaro!). Vi comprendo e non ci rimango male, sul serio. Potete anche contattarmi e dirmi la vostra, se volete. Altrimenti, addio.

Ma dunque, di cosa parla questo non-romanzo?

Intendo non romanzo poiché non si tratta di un romanzo di trama, ma di un lungo e frastagliato frammento composto da pseudo ricordi e tentativi di allungare il tempo dell’annichilazione totale, da parte di un personaggio, o forse più protagonisti, al momento del trapasso. 

Un uomo è morto. Non una volta, forse tre. Forse non smetterà mai di morire.

Nel suo distaccarsi dal mondo, si aggrappa alla sua memoria che dovrà svanire. Ricorda i precetti del Libro Tibetano dei Morti, in modo da evitare di dover ritornare sulla Terra incarnandosi in un’altra forma vivente. 

Il protagonista non ha nome e non ha più identità. Ci racconta ciò che sta accadendo nel suo trasmigrare dal corpo morente verso altre pieghe di realtà sconosciute. O forse quello che racconta è solo frutto del suo cervello che si sta sfaldando rilasciando invisibili particelle di dolore?

Del protagonista possiamo supporre esperienze di vita spesso contraddittorie: lo conosciamo come insegnante di scuole medie con tendenze suicide ed omicide; sposato con una donna che odia e con un figlio che gli è indifferente, fino ad abusare di loro psicologicamente e fisicamente. Ma poco più in là, tra ricordi e riflessioni sulla negatività cosmica della Vita, eccolo diventato redattore di una importante casa editrice, con base a Firenze, dalla quale è costretto a fuggire per non attirare su di sé l’attenzione delle forze dell’ordine che indagano sulla tragica morte di alcune coppiette avvenute sulle colline della città. Secondo il suo racconto, il nostro protagonista è, ora, un serial killer, un maniaco perverso che massacra i giovani appartati in auto, rendendo partecipi alle sue imprese dei guardoni molto gentili coi quali crea una onesta amicizia.

Gli episodi che il morente ci racconta parlano per la maggior parte di violenza: dall’omicidio a sangue freddo di un bambino lasciato a dissanguare nel cortile di casa sua, all’omicidio di due colleghe dopo averle stuprate; ai ricordi di quando, da giovane, iniziò a stuprare sua sorella, in combutta con le altre sorelle perverse, fino a portarla al suicidio. Anche durante la veglia funebre, fratello e sorelle abuseranno del cadavere della morta per un ultimo dileggio. 

Se esiste un Dio è sicuramente malvagio, sostiene la corrente filosofica teista del misoteismo o malteismo che interpreta il problema del Male come la crudeltà di Dio.  Ogni azione immonda compiuta dal protagonista non verrà mai punita: passerà indenne da stupri, omicidi, violenze. 

La notte eterna della morte non si concluderà mai e arriverà alle soglie dell’Universo morente, in un afflato di nichilismo cosmico.

Cosmologia del Male è un romanzo perso tra sogni, fantasticherie, volontà di potenza, estrema sofferenza esistenziale, convivenza con la depressione, scene di violenza e sesso esplicite: un’espansione dell’animo del protagonista, se non proprio una inflazione che, a sua insaputa, potrà creare un nuovo Big Bang dal quale – horribile dictu! – nascerà nuova vita, ancora e ancora. 

Cosmologia del Male è il testamento di un protagonista mutevole e ossessionato dalla paura e dalla vita (non a caso, all’interno del romanzo è presente una vera lettera/testamento di un suicida).

Cosmologia del Male vuole essere un omaggio all’oscenità batalliana, alla scrittura dell’Impossibile, alla presenza pervasiva dell’Invisibile, all’identificazione degli Spettri dai quali siamo circondati. 

Cosmologia del Male è un romanzo antipsicologico e surreale.

Cosmologia del Male è un romanzo fortemente materialista pur addentrandosi in territori mistici e metafisici. 

Sesso usato come arma violenta, abusi psicologici, disperazione senza fondo, storie reali che s’intrecciano ad attività oniriche e a sogni ad occhi aperti di un morto appeso a una corda spirato con gli occhi aperti su di un mondo che non vedrà mai più. 

Il romanzo vuole avere la stessa consistenza degli umori degli organi umani, averne lo stesso olezzo. 

Cosmologia del Male è un libro sulla Morte.

(c) 2023 Veronica Giuliani

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.