L’amore ai tempi del social – Intervista a Rossana Muraca

Per Natale, l’editore digitale Teomedia fa una sorpresa ai suoi lettori: Il mio Mark Caltagirone (sotto l’albero) sarà l’ebook e, a grande richiesta, anche il libro cartaceo a firma della giornalista Rossana Muraca che, dopo il successo nato dalla sua rubrica su Facebook, proporrà i suoi nuovi “tipi social” in un libro inedito illustrato dalla bravissima artista reggina Arianna D’Agostino.

Il mio mark Caltagirone è una rubrica ironica che censisce le varie tipologie di maschi che si approcciano alla seduzione e al corteggiamento attraverso i social network: da Facebook a Tinder, dalle chat alle videochiamate. L’idea nasce dal famigerato “Prati Gate” degli scorsi mesi, che vide la nota showgirl Pamela Prati al centro di una vicenda poco chiara sull’identità di quello che sarebbe dovuto essere il suo nuovo marito e grande amore della sua vita. Che sia stata una vera e propria macchinazione pubblicitaria, in cui la stessa Prati si dice parte lesa, a Rossana Muraca interessa poco o nulla, se non a dare  il nome a un uomo senza volto paradigma di un Amore, a quanto pare, sempre sfuggente.

Rossana Muraca, “giornalista-creativa” made in Calabria, nasce come reporter per diverse emittenti televisive regionali: ha condotto tg e format per Metrosat Tv (poi diventata Prima Tv), è stata corrispondente per LaC Tv e attualmente collabora con  WDI, società di produzioni tv.

Il suo primo amore è la scrittura: ha collaborato per anni con giornali on line, blog e quotidiani, da ottoetrenta.it a iO Donna, il femminile del Corriere della Sera, a Mbenessere, blog dedicato al mondo della salute e della bellezza.

Attualmente ideatrice e redattrice della rubrica social Il mio Mark Caltagirone, racconta con ironia e realismo, il mondo maschile alle prese con l’Amore e i social network. La rubrica social ha anche un suo spazio in radio su RLB Radioattiva, nel contenitore “Taxi Driver”.

Il mio Mark Caltagirone sarà presentato al pubblico il 20 dicembre presso il Talent Garden – Cosenza  presso l’Unical di Arcavacata (Cosenza). Con l’autrice dialogherà il giornalista Antonio Sergi.

Ma facciamoci raccontare dall’autrice cos’è Il mio Mark Caltagirone.

Partiamo dall’inizio. Nata come rubrica informale sulla tua bacheca Facebook, “Il mio Mark Caltagirone” è divenuto in breve tempo un appuntamento settimanale seguito da numerosi lettori. Prendendo spunto dalla vicenda grottesca di Pamela Prati, hai fatto di Mark Caltagirone un personaggio a misura…d’uomo. Tanti caratteri, tante attitudini, tanti volti. Questo progetto era nelle tue intenzioni oppure ti sei sorpresa di questo seguito?

La mia rubrica social “Il mio Mark Caltagirone” è davvero nata per gioco! Come molti, in primavera sono stata travolta dal gate “Pamela e Mark in love” e ho colto al volo l’opportunità di vedere in quel personaggio inesistente, la metafora dell’uomo comune che esiste solo online. Da quel momento in poi, ho iniziato a far parlare in maniera spontanea, ironica ed irriverente, la mia penna e ho raccontato 18 Mark Caltagirone alle prese con l’amore social. Il progetto quindi ha preso forma man mano grazie anche al supporto del mio “Comitato di amiche”, tesoriere di tanti personaggi a cui ho dato un’identità precisa.

Protetti dallo schermo di un computer o ancor meglio di uno smarthphone, in questi ultimi decenni le persone hanno visto facilitare le possibilità di scambio “epistolare” con l’altro sesso. Che si vada in cerca di amore o amicizia o un rapporto di solo sesso, i social e le app di incontro sono i più utilizzati da chi si collega in rete. Eppure si dice che di questi tempi sia sempre più difficile socializzare. Tu come interpreti questi fenomeni social?

Penso che l’andazzo social abbia mutato i rapporti umani. Oggi con l’avvento delle tecnologie 4.0, il termine “socializzare” è stato sostituito da quello di “connessione”; scrivere è diventato “chattare”; sentirsi è diventato “mandarsi un messaggio vocale”; la presenza è diventata solo “online”. Non sono un’anti-social, facendo questo mestiere, è necessario lasciare traccia di sé nei mondi virtuali. Penso che i social network hanno un grande potenziale in termini di visibilità e comunicazione ma è necessario dosarsi e avere cose intelligenti da dire. Sono d’accordo sul fatto che i social network permettano di vedere, imparare e fantasticare su mondi che prima erano per noi sconosciuti. Certo a Wikipedia preferisco ancora il tomo dell’enciclopedia e per ciò che riguarda l’Amore consumato in chat, sempre aleatorio, al like preferisco una mano che accarezza. Sono una romantica, una romantica digitale!

Social a parte, gli approcci dei maschi sono sempre stati in qualche modo classificati. Dal Casanova al Don Giovanni al Provolone. I tuoi ritratti sono però più sfaccettati e ironici. Cancelletto, Morfeo, Gaviscòn sono solo alcuni dei “tipi” usciti fuori dalla tua brillante penna. Sembra che tu li conosca alla perfezione. Chi sono questi maschi? Li conosci? Li hai conosciuti? E soprattutto, alla fine gli uomini sono tutti uguali?!

Si, è vero, ne ho ritratti tanti ma se li avessi conosciuti tutti avrei avuto una vita sentimentale disastrosa! Il carnet di Mark che avete letto nelle prime due stagioni della rubrica social, sono accompagnati dall’hashtag #aciascunoilsuo. I suggerimenti per fare queste caricature d’uomo mi sono arrivati persino dagli uomini stessi che mi sono divertita a intervistare. Poi ho creato una mia casella di posta, a cui sono arrivati persino degli screenshot di conversazioni in chat, come per dimostrare: “Provare per credere”. Ovviamente non voglio fare di tutta l’erba un fascio, anche se gli uomini d’oggi tendono a uniformarsi. Con la mia penna e la mia scrittura “pungente” non voglio “distruggere” gli uomini, ma voglio provocarli, proprio perché hanno dimenticato che stare accanto ad una donna è qualcosa di magico ed è un valore aggiunto.

I tuoi lettori come reagiscono? So che hai tanta interazione, specialmente grazie alla rubrica omonima che tieni in radio ogni mercoledì, su RLB nel programma Taxi Driver di Maria Rosaria Gairo.

I miei lettori inizialmente non credevano facessi sul serio ma poi hanno iniziato ad aspettare il doppio appuntamento settimanale (su Facebook): martedì e giovedì, al quale di recente si è aggiunto anche il mercoledì, in radio su RLB. Mi leggono, mi commentano, ironizzano e si immedesimano insieme a me. Poi in radio è ancora più emozionante: insieme al “Mark” del giorno dedico ai radioascoltatori una canzone che si addice a quel tipo di racconto. E ancora su Instagram ho una mia pagina: @ilmiomarkcaltagirone dove tutti i giorni posto: frasi di film romantici, canzoni d’Amore e mi diverto a condividere con i followers frasi di innamorati pazzi, scritte sui muri delle città di tutta Italia.

Tu sei una giornalista. Ti sei già occupata di analisi di costumi sociali?

Sono una giornalista con il valore aggiunto di essere nata in Calabria, terra difficile ma con tanta voglia di riscatto. Vivo il mio tempo e mi piace raccontare le molte sfumature della società, infarcite di comportamenti, stili di vita, luoghi. Mi definisco una giornalista sempre in fermento creativo che comunica e mette insieme linguaggi tradizionali e nuovi linguaggi digitali. Della mia Calabria ho tanto. Sono montagna e mare. Solidità e profondità, libertà e fantasia. La mia è una creatività che guarda oltre le cose. Il mio Mark Caltagirone è il mio oltre.

Quanta Carrie Bradshaw c’è in te?

Non ci crederai, ma non ci avevo pensato a Carrie, me lo hanno fatto notare!

Sex and the City” è stata una serie cult per le donne della mia generazione. Mi sono immedesimata ed emozionata nel seguire le loro relazioni e vite rocambolesche. Come Carrie, sono una giornalista, ho tante amiche e sono pazza dello shopping e della moda. Beh lo ammetto, così come Carrie ha avuto il suo Mister Big, amore tormentato ed irraggiungibile, anch’io ho avuto “Il mio Mark Caltagirone” che mi ha ispirata.

Dicevamo del successo nato su Facebook. Ora arriva la tua prima pubblicazione “ufficiale” e il tuo sito personale. Cosa succederà adesso?

Diciamo che la rubrica social “Il mio Mark Caltagirone” mi ha trascinata in un vortice di novità positive: il libro, la radio e presto un sito che sarà un vero e proprio magazine. Non so di preciso cosa succederà, mi sto concentrando nel presente, ho voglia di dare qualità, professionalità ed innovazione. Questa esperienza, nata per gioco, mi ha fatto capire di quanto è importante mettere nelle cose che si fanno passione e molta personalità. Più metti te stessa e più ricevi qualcosa in cambio.

Cosa pensi che cerchino i tuoi lettori?

Penso che i miei lettori cerchino una leggerezza intelligente. In molti che hanno letto i miei racconti mi hanno scritto: “Grazie, per i sorrisi e le verità che ci regali!”

Qual è il “tipo” che ti ha divertito di più scrivere?

In realtà quando li rileggo un po’ tutti, perché rido e penso: “Ma come mi è venuta in mente di scrivere questa cosa?”. Questa rubrica mi ha permesso di dimostrare che ho un lato buffo che tenevo molto spesso nascosto. Comunque, ritornando ai personaggi. Il mio preferito resta il primo: Guglielmo. È il primo Amore, che mi ha permesso di trovare il coraggio di tirar fuori dal cassetto la penna!

Qual è stato il “tipo” che ha fatto esclamare ai tuoi lettori “è proprio quello che ho incontrato io!”?

Anche in questo caso sono tutti tipi realmente esistiti, nati in spiaggia, al cinema. Gaviscòn è stato uno dei più apprezzati, l’amore come ufficio di collocamento di Inps il più condiviso, Prenatal è quello che è piaciuto anche ai cocchi di mamma, e ancora Farina a Km 0, Cancelletto, Arpagone, l’uomo tirchio. Sono tutti personaggi incontrati dalla maggior parte delle donne oggi. Ci tengo a precisare che non vuole essere una “markeficina” ma un modo per sdrammatizzare e sembra che l’esperimento sia riuscito.

Ci sarà mai un corrispettivo femminile di Mark Caltagirone?

Bella domanda. Posso dirti che gli uomini mi scrivono chiedendomi ritratti di donne incontrate? Non escludo l’idea di stilare un prontuario dal titolo: “La mia Pamela”. Devo farmi perdonare o no?

Ma alla fine, tu ci credi a Mark Caltagirone?

Mark Caltagirone è come la storia di Babbo Natale, a cui nessuno crede più, ma crederci anche da adulti ci permette di sognare… e il sogno è alla base dell’Amore, quindi io credo che prima o poi ciascun Mark, troverà il coraggio per diventare reale.

Intervista a cura di Giovanni Canadè

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