Capita spesso che siano i libri a scegliermi e non il contrario: quando un titolo o una copertina cattura la mia attenzione, la mia immaginazione comincia a viaggiare ancor prima di leggere la quarta o un benché minimo suggerimento di lettura.
Le ho mai raccontato del vento del Nord di Daniel Glattauer (Feltrinelli, 2009) è una particolarissima storia d’amore nata nell’era 2.0, nella quale ci si immerge dimenticando tutto il resto. Un romanzo epistolare che descrive la nascita di un legame intenso, di una relazione che coppia non è ma che lo diventa virtualmente.
Un amore, quello tra Emmi Rothner (34 anni, sposa e madre irreprensibile dei due figli del marito) e Leo Leike (psicolinguista reduce dall’ennesimo fallimento sentimentale), nato da un equivoco: un’email a un indirizzo sbagliato e tra due perfetti sconosciuti scatta la scintilla. Si instaura così un’amicizia dapprima giocosa, leggera, segnata dalla complicità e dall’ironia, ma poi destinata ben presto a evolvere in un sentimento ben più potente, che rischia di stravolgere emotivamente l’esistenza di entrambi.
La presenza costante dell’uno nella vita dell’altra sembra però essere svanita nelle prime pagine del seguito, La settima onda, dove, invece, viene raccontato il passaggio, l’evoluzione da virtuale a reale del rapporto tra i due. Qui, Emmi e Leo si incontrano e scoprono a sé e all’altro emozioni e limiti che lo scambio epistolare aveva apparentemente solo abbozzato.
L’attesa di trovare il proprio spazio nel mondo, ancora prima che nella vita dell’altro, si traduce in un racconto intimo e sempre in soggettiva del doloroso processo di crescita di ciascuno che pagina dopo pagina, email dopo email si dipana sotto gli occhi del lettore.
La scelta stilistica del romanzo epistolare risulta vincente poiché la sua originalità premia una storia che, diversamente, poteva rivelarsi troppo prevedibile e, sicuramente, non indimenticabile.
Lella Esposito