
Ambientato a Londra, in epoca vittoriana, il romanzo di Robert Louis Stevenson (Edimburgo, 1850 – Vailima, 1894) è una chiara accusa verso la marcata ipocrisia di quel tempo: il dover badare all’apparenza in pubblico più che alla sostanza. Ciascuno doveva mostrare in pubblico un’immagine di sé diversa, migliore, conforme e consona alle aspettative sociali del tempo, nascondendo (da qui Hyde, dall’ingese “to hyde”, nascondere), confinando all’ambiente privato le proprie nefandezze. Un dualismo, quindi, che doveva essere costruito e gestito sapientemente. La parte brut(t)a e la parte bella-buona (diade che affonda le sue radici nell’espressione greca di perfezione kalòs kai agathòs) non potevano, non dovevano, coesistere.
Stevenson ha l’intuizione di scindere, non più solo metaforicamente, le due personalità in due persone anche fisicamente ben distinte: il filantropo dottor Jekyll e il crudele signor Hyde.

Attraverso un incontro/confronto con la dottoressa Annunziata Procida (Criminologa, Mediatrice Familiare e Scolastica), sabato 13 aprile 2019 alle ore 16:30 a Rovito, presso il Punto di Lettura “Corrado Alvaro” (via Roma, 19) si parlerà, a partire dal capolavoro di Stevenson, di “Identità in conflitto”, ovvero della lotta intestina delle nostre pulsioni tra il nostro essere e il nostro voler essere. Una divisione che non porta a una scissione ma a una più complessa unità.
Ingresso libero e gratuito.
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Comunicato stampa