Il matrimonio è uno spartiacque nella vita degli individui: non è raro ascoltare mogli e mariti raccontare la propria storia – anche nelle parti in cui l’altro non è direttamente coinvolto – parlando di eventi precedenti o successivi a questo. Tutti gli accadimenti si collocano sulla linea del tempo palesandosi in “prima” o “dopo” il matrimonio. Consapevole di questo, Ring Lardner (1885–1933) fa convergere nel suo Prima di sposarti ero molto più in forma (Mattioli 1885, 2011) tre racconti che hanno come protagonisti coppie di coniugi.
Il primo racconto, Una seconda luna di miele, presenta, come suggerisce il titolo, la volontà e la possibilità di rivivere – a distanza di cinquant’anni – l’emozione di un viaggio a due; stavolta, però, con la diversa consapevolezza di aver fatto la scelta d’amore giusta. Nonostante il tempo già trascorso insieme, i due si riscoprono non solo complici ma ancora innamorati e gelosi l’uno dell’altra. La narrazione di Lardner viene qui impreziosita da punte di intelligente sarcasmo; una qualità, questa, che si riscontra in molti altri scritti dell’autore.
Adesso e allora offre una valida occasione per conoscere, ancor prima di arrivare a comprendere, i meccanismi subdoli e violenti della gelosia, del silenzio e dell’indifferenza. Lardner ci fa entrare nella vita di Irma e Bob attraverso le lettere che la prima invia alla sua amica Esther: grazie alla scrittura, la giovane moglie comunica non solo col mondo esterno alla monade della sua unione coniugale ma cerca conferma alle giustificazioni al comportamento distruttivo del marito che lei, nero su bianco, tenta di dare e di darsi.
La quotidianità serale dei coniugi Taylor, riportata nell’Anniversario, si svolge identica da anni: lei giocando da sola a carte, lui a raccontarle storielle che riporta alla mente o che legge, non senza superflui commenti, dai giornali. Per molti, la monotonia è sinonimo di sicurezza, per altri – come accade alla signora Taylor – è un triste destino: il quotidiano fagocita tutto, distrugge le emozioni, annichilisce il potere del tempo condiviso, che passa fino a far dimenticare le scadenze o, come accade in questo caso, gli eventi più significativi. La vita matrimoniale dei Taylor, così perfetta a uno sguardo esterno, si rivela agli occhi della donna una prigione. Bess Taylor si riscopre infelice e arriva a invidiare persino vite più miserabili della sua perché più vive e più vere. Quando la sera del loro nono anniversario di matrimonio, la donna lancia, a suo modo, un grido d’aiuto, vestito da provocazione, al marito, questi conferma la sua incapacità di riconoscere il malessere altrui, restituendo alla moglie e al lettore tutto il dramma dell’incomunicabilità di coppia.
Lella Esposito